“Medici e infermieri non possono più tacere”: domani la mobilitazione per Gaza

“Da quasi due anni assistiamo all’orrore che accade sulla Striscia. Come operatori sanitari non potevamo più tacere, perché chi tace diventa connivente. Tutti noi, indipendentemente dal profilo professionale, abbiamo un codice deontologico che ci impone di promuovere la vita e la salute. Questa iniziativa non ha nulla a che vedere con la politica o con i partiti”.
Katia Leolini, infermiere e membro della rete Sanitari per Gaza, spiega così la sua adesione all’iniziativa del Digiuno per Gaza. Domani dalle 12.30 alle 14.30 operatori e professionisti si mobiliteranno alla portineria davanti all’ingresso delle Scotte.
“La fascia oraria è volutamente ampia per non intralciare né pazienti, né accompagnatori, né mezzi di soccorso – dice Leolini-. Non si troveranno folle oceaniche: chiediamo solo di venire, fare una foto insieme a noi e poi riprendere la propria giornata, saltando il pasto, che è il gesto simbolico da cui tutto è partito”.
Gli organizzatori chiedono al Governo di sospendere la fornitura di armi a Israele, di aprire corridoi umanitari e garantire aiuti alimentari e sanitari. C’è poi il boicottaggio della Teva, multinazionale israeliana che viene accusata di essere complice di ciò che accade in Palestina.
Leolini ricorda come nella Striscia l’età media si sia abbassata “da 74 a 40 anni”: “Oggi non ci sono più antibiotici né anestetici: si fanno interventi chirurgici senza anestesia e, in media, vengono amputati dieci bambini al giorno”, prosegue.
Da Pisa, da dove è partita, l’iniziativa si è diffusa a macchia d’olio in tutta Italia. Pochi giorni fa erano state 4mila le adesioni attraverso il form online disponibile sul gruppo di Meta “Digiuno Gaza”.
Ma l’infermiere spiega che per la giornata di domani “è difficile fare stime” e che potrebbero partecipare fino a “quarantamila persone a livello nazionale”. “Ad oggi hanno aderito oltre cento realtà associative, tra cui la Cgil Funzione Pubblica, e anche Don Luigi Ciotti ha espresso il suo sostegno”.
Ad aderire alla mobilitazione anche l’Università di Siena. L’ateneo lo ha comunicato nel suo sito.