Mps, l’Opas su Mediobanca si chiude al 62,3%. Nagel verso le dimissioni
Si conclude con successo l’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca. L’operazione, iniziata il 14 luglio e terminata oggi, ha raccolto circa il 62,3% delle azioni, superando così la soglia del 50% e consegnando a Rocca Salimbeni il controllo della storica banca d’affari milanese, potendo così nominare un nuovo cda (l’attuale Ceo, Alberto Nagel, secondo il Financial Times è prossimo alle dimissioni) e accedere a 2,9 miliardi di euro di attività fiscali differite, aumentando il capitale.
In base alla legge italiana, la banca avrà anche la possibilità di riaprire brevemente il periodo di offerta la prossima settimana (dal 16 al 22 settembre) per consentire a un maggior numero di investitori di vendere le loro azioni Mediobanca.
Lo scorso mese di giugno, MPS ha rinunciato alla soglia minima del 66,7% per l’offerta, affermando che un’adesione superiore al 35% sarebbe sufficiente per darle il controllo “de facto” di Mediobanca. La scorsa settimana l’istituto di credito toscano ha inoltre aggiunto 0,90 euro in contanti per ogni azione Mediobanca alla sua offerta iniziale di 2,53 azioni MPS per ogni azione Mediobanca.
Secondo il Financial Times, “sebbene una fusione completa possa essere fuori portata, ottenere il controllo di Mediobanca rappresenterebbe una vittoria importante per l’amministratore delegato di MPS Luigi Lovaglio, dopo aver guidato la svolta dell’istituto di credito un tempo in difficoltà. Le probabili dimissioni di Nagel mettono fine anche a una battaglia durata anni con gli azionisti di Mediobanca, che sono anche grandi azionisti di MPS”. Il quotidiano finanziario ricorda inoltre che “Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, e il magnate dell’edilizia Francesco Gaetano Caltagirone, che insieme possiedono il 28% delle azioni di Mediobanca, hanno tentato senza successo di destituire Nagel due volte negli ultimi cinque anni”.

