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Sant’Agostino, l’omelia di Lojudice: “Disumano abituarsi alla guerra. Cristiani, musulmani ed ebrei in dialogo per la pace”

Sant’Agostino, l’omelia di Lojudice: “Disumano abituarsi alla guerra. Cristiani, musulmani ed ebrei in dialogo per la pace”
  • PubblicatoAgosto 28, 2025

“Ci rendiamo tutti conto, con quanta tristezza assistiamo a queste scene. E guai se non fosse così, guai se ci abituassimo alla violenza e alla guerra: sarebbe disumano, disumanizzante”.

Con queste parole si è conclusa l’omelia dell’arcivescovo di Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, in occasione della solennità di Sant’Agostino, con un forte appello alla pace a Gaza e in Ucraina.

“L’unica cosa che abbiamo, oltre alla preghiera e alla pacificazione personale che nasce dalla vita quotidiana, è il dialogo con i musulmani, con gli ebrei, con le loro comunità – ha proseguito il cardinale dopo la celebrazione –. Deve essere un pensiero condiviso che non contrapponga i popoli, perché i popoli non c’entrano nulla. Anzi, le comunità, come quella ebraica, sono tra le prime vittime di questo sistema”.

Durante la Messa, Lojudice ha poi ricordato la figura del santo: “Agostino è l’emblema dell’uomo che cerca, dell’uomo che cammina, dell’uomo viator, che si pone domande, tante e profonde”.

Non è mancato un riferimento a Papa Francesco, di cui il cardinale ha sottolineato il legame con la spiritualità agostiniana: “Non ho avuto difficoltà a orientarmi nella mia scelta personale, come cardinale, su chi dovesse essere il nuovo Papa. Chi conosce Sant’Agostino non può non riconoscere, nella personalità di questo Pontefice, lo stile, la passione, la chiarezza, la dolcezza, la fermezza e l’ansia di unità, comunione e missione che gli sono propri. Potremmo chiamarla un’agostinianità, che rappresenta un valore aggiunto al suo ministero petrino”.

Infine, Lojudice ha aperto alla possibilità di accogliere nella diocesi il cardinale Robert Francis Prevost: “Certamente lo invito, dicendogli che Siena è una porta aperta – che lui già conosce per ovvi motivi. Ma gli dobbiamo dare tempo, perché è una persona ponderata, riflessiva, che vuole il suo spazio per pensare e che dovrà occuparsi anche di nuove nomine”.

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Redazione